La sudiceria - Versione Teofrasto
LA SUDICERIA
Versione di Greco di Teofrasto
Εστιν ή δυσχερεια αθεραπευσια σωματος, λυπης παρασκευαστικη...
e finisce[...] και κηλιδων μεστον αναβαλλεται ινα εις αγοραν περιπατη.
(La sudiceria) È la repellenza un non prendersi cura del proprio corpo, con la conseguenza di suscitare disgusto;
e il repellente è un tale che se ne va a passeggio con la lebbra addosso, con le croste bianche sulla pelle, con le unghie lunghe, e dice che questi malanni gli sono congeniti, giacché li ha lui e suo padre e suo nonno, e che non sarebbe facile ad estranei introdurlo nella famiglia come figlio supposito. Ed invero è anche capace di avere ulcere negli stinchi e piaghe nelle dita dei piedi, e di non curarle, ma di lasciarle degenerare. Ed ha le ascelle animalesche e pelose fino a buona parte delle costole, e i denti neri e cariati, tanto da farsi evitare e suscitare disgusto.
Ed ancora, comportamenti di tal genere: mentre mangia, si soffia il naso con le dita; mentre sacrifica, si gratta; parlando, schizza saliva dalla bocca; mentre beve, rutta; senza lavarsi i piedi, si mette a dormire a letto con sua moglie; 6 nel bagno si unge adoperando olio rancido; ed esce in piazza portando addosso una tunica di panno grossolano ed un mantello molto sottile e pieno di macchie.
E nel momento in cui la madre esce per andare dall'indovino, egli pronunzia parole di malaugurio.
E mentre si prega e si fanno libagioni, lancia la coppa in aria e ride come se avesse compiuto una straordinaria prodezza. E quando ascolta il flauto, unico fra tutti gli altri si mette a battere le mani e accompagna l'esecuzione fischiettando, ed alza la voce contro la flautista chiedendole perché non smetta subito. E volendo sputare al di là della tavola, lancia lo sputo in faccia al coppiere.
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