Gli spartani si apprestano a invadere l'Attica
Περικλῆς ὁ Ξανθίππου στρατηγὸς ὢν ᾿Αθηναίων δέκατος αὐτός, ὡς ἔγνω τὴν ἐσβολὴν ἐσομένην, ὑποτοπήσας, ὅτι ᾿Αρχίδαμος αὐτῷ ξένος ὢν ἐτύγχανε,...
Pericle, figlio di Santippo, che era stratego in Atene con altri nove colleghi, appena comprese che l’invasione era imminente, fu colto da un dubbio, ripensando che per puro caso, Archidamo era legato a lui da vincoli di ospitalità: che cioè il capo spartano oltrepassasse i suoi poderi e le sue proprietà senza devastarle, sia perché desiderava favorirlo, per l’amicizia personale che esisteva tra loro, sia seguendo un consiglio degli altri Spartani, che in questo modo speravano di attirare su di lui la pubblica diffidenza e il discredito in Atene:
tentativo del resto che avevano già messo in opera, con quella loro richiesta di bandire i responsabili del sacrilegio e i loro congiunti.
Davanti all’assemblea, Pericle rivelò che Archidamo era stato suo ospite, ma che la città non avrebbe subito danni da questa circostanza....(continua)
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