La Guerra del Peloponneso libro 5.2
Κλέων δὲ Ἀθηναίους πείσας ἐς τὰ ἐπὶ Θρᾴκης χωρία ἐξέπλευσε μετὰ τὴν ἐκεχειρίαν, Ἀθηναίων μὲν ὁπλίτας ἔχων διακοσίους καὶ χιλίους καὶ ἱππέας τριακοσίους, τῶν δὲ ξυμμάχων πλείους, ναῦς δὲ τριάκοντα....
Cleone, dopo aver convinto gli Ateniesi, salpò verso le regioni della Tracia dopo la fine della tregua, portando con sé duemila opliti ateniesi, trecento cavalieri e un numero maggiore di alleati, con una flotta di trenta navi.
Approdato per primo a Scione, che era ancora sotto assedio, e avendo arruolato da lì alcuni opliti della guarnigione, navigò verso il porto Cieco dei Toronei, che distava poco dalla città.
Venuto a sapere da alcuni disertori che né Brasida si trovava a Torone né le forze presenti erano in grado di combattere efficacemente, avanzò con l'esercito di terra verso la città, mentre inviò dieci navi a circumnavigare il porto.
Arrivò per primo alla fortificazione che Brasida aveva costruito intorno alla città, cercando di includere al suo interno il sobborgo; e, abbattendo un tratto delle antiche mura, l'aveva trasformata in un'unica città.
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