Resa degli ateniesi a Siracusa
οἵ τε Πελοποννήσιοι ἐπικαταβάντες τοὺς ἐν τῷ ποταμῷ μάλιστα ἔσφαζον. καὶ τὸ ὕδωρ εὐθὺς διέφθαρτο, ἀλλ' οὐδὲν ἧσσον ἐπίνετό τε ὁμοῦ τῷ πηλῷ ᾑματωμένον καὶ περιμάχητον ἦν τοῖς πολλοῖς....
I Peloponnesiaci, scesi contro uccidevano moltissimo di quelli nel fiume. E l’acqua subito si era inquinata ma non meno veniva bevuta pur essendo sporca di sangue insieme al fango ed era contesa tra molti.
Alla fine quando ormai molti cadaveri giacevano gli uni sugli altri nel fiume e l’esercito era stato annientato, una parte lungo il fiume, un’altra anche, se qualcuno era potuto a fuggire, dai cavalieri, Nicia si arrese a Gilippo, fidandosi di più di lui che dei Siracusani:
e pregava lui e gli spartani di fare di lui ciò che volessero, ma di smettere di uccidere i soldati.
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