Il sogno di Enea - Versione dall'Eneide Virgilio

Nox erat et terras animalia fessa per omnis alituum pecudumque genus sopor altus habebat, cum pater in ripa gelidique sub aetheris axe...

Era notte ed un profondo sopore per tutte le terre possedeva i viventi stanchi, la specie degli uccelli e degli armenti, quando il padre Enea sulla riva e sotto la volta del gelido etere, turbato in cuore per la triste guerra, si sdraiò e concesse un tardo riposo alle membra.

A lui lo stesso dio del luogo, il Tevere dal bel corso, sembrò alzarsi in mezzo ai rami di pioppo e lo velava di azzurro mantello il sottile lino e la canna ombrosa (ne) copriva i capelli, così parlava e con queste parole toglieva gli affanni: "O nato da stirpe di dei, che ci riporti dai nemici la città troiana e conservi eterna Pergamo, atteso dal suolo di Laurento e dai campi latini, tu qui hai sicura la casa, sicuri, non scoraggiarti, i penati. Non atterrirti alle minacce di guerra; tutto il rancore e le ire degli dei cessarono.

Ormai per te, non credere che il sonno crei questi fantasmi, trovata sotto le elci litoranee un´enorme scrofa giacerà, dopo aver partorito trenta piccoli, bianca, sdraiata al suolo, i piccoli attorno ai capezzoli, bianchi. [questo sarà il posto della città, quella la sicura quiete delle fatiche, ] Da questo, ritornando tre volte dieci anni, Ascanio fonderà la città dal nome famoso: Alba. Non canto incertezze. Ora con che piano tu riesca vincitore su quanto incombe, ascolta, spiegherò in breve. In questi lidi gli Arcadi, stirpe originata da Pallante, che come compagni il re Evandro, che neguirono le insegne, scelsero il luogo e posero sui monti la città Pallanteo dal nome del proavo Pallante. Questi continuamente muovon guerra col popolo latino; costoro aggiungili come soci agli accampamenti e stringi alleanze.

Io stesso ti guiderò tra le rive ed il giusto corso, perché sospinto tu superi coi remi la corrrente contraria. Su alzati, figlio di dea e mentre cadono i primi astri, offri a Giunone preghiere ritualmente, vinci con voti supplici ira e minacce. Da vincitore mi renderai onore. Io sono quello che vedi stringer le rive con piena corrente e tagliare le ricche coltivazioni, l´azzurro Tevere, fiume graditissimo al cielo. Qui ho la mia grande dimora.

Copyright © 2007-2025 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2025 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-12-20 23:17:09 - flow version _RPTC_G1.3