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comunque ti riporto il testo
Nunc mihi de Iuliano dicendum est, qui fuit imperator et studiosissimus philosophiae. Cnsensu miltum, cum Illyriam invasurus esset adexstinguendas barbarorum seditiones, Augustus est factus, cuius magis est laudanda virtus quam fortuna. Nam, cito ei bellum contra Prtos, nomini Romano infestissimos, suscipiendum fuit. In hoc bello multa oppida et castella oppugnavit, sed, cum iam in patriam victor reversurus esset, dum inconsultius in proelium se inserit, hostili manu interfecuts est anno septimo imperii sui. Fuit vir egregius, qui rem publicam insigniter moderatus erat, sed fata adversa fuerunt. Fuit in amicos liberalis, in provinciales iustissimus, gloriae avidus, in liberalibus doctrinis eruditissimus. Non tamen tacendum est eum Christianae religiosis insectatorem fuisse, sed a cruore abstinuit. Cum vulneratus in tabernaculo iaceret et e vita decessurus esset, cum amicis de immortalitate animi disputavit.
Ora dire di Giuliano, che fu imperatore e assai studioso della filosofia. Con il consenso dei soldati, quando stava per invadere l’Illiria per sedare le rivolte dei Barbari, fu eletto Augusto, Di costui è da elogiare più la virtù che la fortuna. Infatti, cito la guerra contro i Parti, contrarissimi al popolo
romano, che doveva essere da lui intrapresa In questa guerra espugnò molte città e moltifortezze ma, quando stava già per ritornare in patria, mentre si gettava nella battaglia, fu ucciso da mano nemica durante il settimo anno del suo impero. Fu un uomo ammirevole, che stava per dirigere lo Stato in maniera giusta ma le sorti gli furono avverse. Fu generoso verso gli amici, verso gli abitanti delle province molto onesto, avido di gloria e molto esperto nelle arti liberali. Tuttavia non si deve tacere che egli fu persecutore del culto cristiano, ma si astenne dagli spargimenti di sangue. Quando giaceva ferito nella tenda e stava per morire, discusse con gli amici sull’immortalità dell’anima.