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dal libro Verso Itaca[/center]
E Approdato al promontorio Ceneo, in Eubea, (Eracle) innalzò un altare a Zeus Ceneo, e decise di fare una festa sacrificale. Allora mandò a Trachine il messaggero Lica, perché gli portasse le vesti da cerimonia. Deianira, venuta a sapere queste cose su Iole, e avendo paura che (il suo sposo) amasse quella più di lei, avendo credendo come cose vere che lo sgorgare del sangue di Nesso fosse un filtro, intinse il chitone (di Eracle) con questo. Dunque, dopo averlo indossato, Eracle fece un sacrificio. Non appena, riscaldatosi il chitone, il veleno dell'idra corruppe la sua pelle, egli strappò il chitone che si era attaccato al corpo; ma venivano strappate via anche le sue carni. Caduto in siffatta sventura (in queste condizioni disastrose) è portato a Trachine su una nave. Allora, Deianira, venuta a sapere l'accaduto, si impiccò. Eracle, avendo ordinato ad Illo, che era il figlio più grande avuto da Deianira, di sposare Iole una volta divenuto grande, giunto sul monte Eta (questo è il monte di Trachine), dopo aver fatto costruire una pira, ordinò, una volta salito, di darle fuoco. Nessuno però voleva farlo: e allora lo fece Peante, che passava di lì in cerca del suo gregge. Peante accese la pira, ed Eracle gli donò il suo arco. Quando la pira fu tutta bruciata, dicono che una nube sollevò Eracle, e fra tuoni e fulmini lo portò in cielo. Lassù l'eroe ottenne l'immortalità e si riconciliò con Era, che gli diede in sposa sua figlia Ebe.