L'autore antichissimo di annali, Cassio Emina, nel quarto libro raccontò che lo scriba Gneo Terenzio, mentre zappava il suo orto sul monte Gianicolo, aveva rinvenuto un'arca, in cui Numa, che regnò a Roma, era stato sepolto[....]La stessa cosa afferma Pisone Censorino nel primo libro dei Commentari, ma dice che i libri erano sette di legislazione dei pontefici ed altrettanti Pitagorici. Tuditano poi, scrittore di avvenimenti, afferma che quelli fossero i libri dei decreti di Numa.
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