C. Furius Cresimus e servitute liberatus, cum in admodum parvo agello multo largiores fructus perciperet, quam vicinitas ex amplissimis campis, in tanta invidia erat, ut omnes accusarent eum fruges alienas pellicere veneficiis. Quamobrem ab aedile curuli convocatus est, ut se excusaret; metuens damnationem, cum inn suffragium tribus oportet ire, instrumentum rusticum omne in forum attulit et adduxit familiam suam validam atque bene curatam ac vestitam, ferramenta egregie facta, graves ligones, vomeres ponderosos, boves saturos. Postea dixit: "Veneficia mea, Quirites, haec sunt, nec possum vobis ostendere aut in forum adducere lucubrationes meas vigiliasque et sudores". Omnium sententiis absolutus itaque est. Profecto opera, non impensa, cultura constat, et ideo maiores dixerunt fertilissimum in agro oculum domini esse.
C. Furio Cresimo, liberato dalla schiavitù, poiché in un campicello alquanto piccolo raccoglieva frutti molto più abbondanti rispetto al vicinato da campi molto grandi, era in così tanta invidia, che tutti lo accusavano di ottenere i raccolti altrui con incantesimi. Per questo fu convocato dall'edile curule per giustificarsi; temendo una condanna, poiché bisognava che andasse al voto delle tribù, condusse nel foro tutta l'attrezzatura agricola e portò la sua famiglia robusta e ben curata e vestita, gli arnesi di ferro fatti egregiamente, le zappe pesanti, i vomeri pesanti, i buoi grassi, poi affermò: "I miei incantesimi, Quiriti, sono questi, ma non posso mostrarvi o portare nel foro i lavori notturni, le mie veglie e i sudori". E così fu assolto con il parere di tutti. Certamente la coltura si basa sul lavoro, non sulla spesa, e perciò gli avi dissero che in un campo l'occhio del padrone è molto produttivo.