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Prosunt inter se boni. Exercent enim virtuteset sapientiam in suo statu continent; desiderat uterque aliquem cum quoconferat, cum quo quaerat. [2] Peritos luctandi usus exercet; musicum quiparia didicit movet. Opus est et sapienti agitatione virtutum; ita quemadmodumipse se movet, sic movetur ab alio sapiente. [3] Quid sapiens sapientiproderit?Impetum illi dabit, occasiones actionum honestarum commonstrabit.Praeter haec aliquas cogitationes suas exprimet; docebit quae invenerit.Semper enim etiam sapienti restabit quod inveniat et quo animus eius excurrat.[4] Malus malo nocet facitque peiorem, iram eius incitando, tristitiaeadsentiendo, voluptates laudando; et tunc maxime laborant mali ubi plurimumvitia miscuere et in unum conlata nequitia est. Ergo ex contrario bonusbono proderit.
I buoni si giovano vicendevolmente, poichè praticano le virtù e mantengono costante la loro saggezza; ognuno di loro sente il bisogno di un altro con cui comunicare, con cui discutere. I lottatori esperti si tengono in esercizio con combattimenti continui; il musicista viene stimolato da un collega abile quanto lui. Anche il saggio deve esercitare le sue virtù; e come è di sprone a se stesso, così spronato da un altro saggio. Come potrà un saggio essere utile a un altro saggio? Gli darà slancio, gli indicherà le occasioni per agire virtuosamente. Gli manifesterà inoltre certi suoi pensieri; gli comunicherà le sue scoperte, poichè anche al saggio rimarrà sempre qualcosa da scoprire e in cui il suo spirito possa spaziare. Il malvagio nuoce al malvagio, lo rende peggiore eccitandone l'ira, secondandone la durezza, approvandone i piaceri; i malvagi si trovano a mal partito soprattutto quando uniscono i loro vizi e la loro cattiveria forma un tutt'uno. Quindi all'opposto il buono sarà utile al buono.