COLLOQUIUM DUODECIMUM - Lingua latina per se illustrata volume latino disco pagina 34 - 35 - 36 numero 12
Cornelius respondet: "Quia unum tantum hominem vehere potest." Miles: "Improbus est equus. Verbera eum!" Cornelius: "Equus meus probus est; eum verberare necesse non est." Cornelius equum suum amat neque eum verberare vult. Miles iratus clamat:
Cornelio risponde: "Perché può portare solo un uomo." Il soldato: "Il cavallo è malvagio. Percuotilo!" Cornelio: "Il mio cavallo è buono; non è necessario percuoterlo." Cornelio ama il suo cavallo e non vuole percuoterlo.
Il soldato, arrabbiato, grida: "Su, corri, cavallo!" e colpisce il cavallo con la spada! Il cavallo, spaventato, corre, e il soldato cade a terra! La sua testa colpisce la strada. Cornelio ordina al cavallo di fermarsi, ma il cavallo, spaventato, corre verso Tusculo. Sesto, il figlio di Cornelio, che guarda la strada dalla porta, vede il cavallo arrivare di corsa e, spaventato, fugge da esso. Il cavallo si ferma con il padrone davanti alla porta.
Il soldato, invece, giace tranquillo sulla strada come morto. Dalla sua fronte scorre sangue. Mentre il soldato giace lì sotto il sole, arriva Medo. Da dove viene Medo? Egli viene da Tusculo e cammina verso Roma lungo la via Latina. Medo canta felice: "Non è lunga la strada per Roma..." Qui Medo vede un uomo che è sdraiato sulla strada e si ferma davanti a lui. Medo si chiede:
"Chi è quest'uomo che giace in mezzo alla strada?" e risponde da solo: "È un soldato, infatti è armato." Il servo solleva la testa del soldato con la mano e, mentre gli pulisce il sangue, gli chiede: "Che c'è, amico? Ti fa male la testa?".
(By Vogue)