Augusto e il ruolo imperiale di Roma - Versione Verba Iuvant pagina 367 numero 77
Imperatoris Augusti aetate... imponere morem paci, parcere victis, debellare superbos".
Durante il periodo dell'imperatore Augusto Roma fiorì al massimo. Augusto infatti aggiunse molte regioni all'impero romano:
l'Egitto, la Cantabria, la Dalmazia, la Pannonia, l'Aquitania, l'Illiria e la Rezia; inoltre obbedivano al popolo romano anche i Vindelici e i Salassi, popolazioni rozze e indomite, che abitavano sulle Alpi, e molte città marittime dell'Asia Minore. I Daci e i Germani, che dai condottieri di Augusto, cioè Druso e Tiberio, erano stati sconfitti, furono spinti al di là del Reno. I Persiani, gente molto rivale ai Romani, non solo diedero ad Augusto gli ostaggi ma restituirono anche le insegne, che dopo la strage dei Romani presso Carra avevano portato via a Crasso.
Gli Sciti e gli Indi tramite i legati offrirono in dono all'Imperatore Augusto una grande quantità d'oro. Egli, dato che aveva amministrato sempre lo stato non per la propria utilità ma per quella del popolo ed aveva ornato Roma di splendidi edifici, dopo la morte dal senato fu chiamato Divo. Presso il Poeta Virgilio, che visse sotto Augusto, così leggiamo dell'impero dei Romani:
"Il compito dei romani è reggere i popoli, imporre una norma alla pace, risparmiare i vinti, debellare i superbi".
(by Maria D.)