Catulo contro Pompeo

Converterat Cn. Pompeius in se totius terrarum....

Pompeo aveva convertito verso di lui l'approvazione dell'intero universo. Questi, essendo stato eletto console, giurò che non sarebbe andato in alcuna provincia mentre ricopriva quella magistratura, ma dopo due anni il tribuno Aulo Gabinio presentò una legge che, secondo il costume di guerra dato che i pirati, non con furtive spedizioni, terrorizzavano il Mediterraneo, distruggevano anche alcune città dell'Italia, venisse mandato Cn. Pompeo ad opprimerli e che gli fosse dato un potere analogo a quello dei proconsoli in tutte le province.

Dato che in base a questa legge veniva conferito il potere di quasi tutto l'universo ad un solo uomo, l'orazione che Q. Catulo, uomo di eccezionale autorità, tenne in assemblea, è degna di memoria. Questi, opponendosi alla legge, disse che in verità Cn. Pompeo era un uomo insigne per virtù, ma pure se d'eccezionale potere non bisognava riporre ogni cosa in una sola persona, e aggiunse con somma prudenza:

"Se dovesse accadere qualcosa a costui, quale persona chiedo – potrebbe subentrare al posto di costui?". Tutta quanta l'assemblea disse: "tu, Q. Catulo!". Allora quello, sopraffatto dall'accordo generale e lieto di una tanta così onorifica testimonianza della cittadinanza, si allontanò dall'assemblea.
(by Maria D.)

Versione tratta da Velleio Patercolo

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