La buona salute dei soldati - verba iuvant 2 pagina 329 numero 61
Che i nostri soldati possano sempre essere in buona salute! Volesse il cielo che ciò fosse così, ma constato che ciò è di gran lunga diversamente.
Ora consiglierò come debba essere salvaguardata la sanità dell'esercito. Non sia posto l'accampamento in una regione malsana presso le paludi insalubri, né negli aridi campi o nei colli e senza l'opacità degli alberi; i soldati non si trattengano in estate senza tende o non escano più tardi dall'accampamento, né contraggano una malattia dal calore del sole e dalla spossatezza della marcia. Durante il rigido inverno non facciano il percorso di notte tra le nevi e le brine e non tollerino la penuria delle legni e dei vestiti: il soldato infatti, che patisce il freddo, non può essere adatto alla spedizione.
L'esercito non usi le acque delle paludi: infatti bere l'acqua non potabile, simile ad un veleno, genera la pestilenza a coloro che la bevono. In tal caso i soldati malati dovrebbero essere rinfrancati con cibi opportuni e essere curati con l'arte dei medici. Ma vorrei aggiungere questo: le quotidiane esercitazioni degli armati giovano alla sanità dei soldati di più rispetto ai medici.
Pertanto i fanti si dovrebbero esercitare senza interruzione durante le piogge e le nevicate sotto un tetto (un luogo al coperto), nei restanti giorni sul campo, i cavalieri dovrebbero esercitare assiduamente loro stessi e i loro cavalli non solo nelle pianure ma anche nei sentieri scoscesi e molto difficili, affinché non possa accadere qualcosa d'inaspettato in queste battaglie.
(By Maria D. )
Versione tratta da Vegezio