Marco Tullio Cicerone: La vicenda politica - Verba Iuvant 2 pagina 254 numero 48
Cicero, consul factus, Sergii Catilinae coniurationem...
Cicerone, divenuto console, represse con singolare costanza e cura la congiura di Sergio Catilina.
Costui, indignato perché subì l'insuccesso nella richiesta del consolato, e fuori di sé per il furore, aveva deciso con parecchi uomini nobili di uccidere cicerone, di trucidare il senato, d'incendiare la città. Tale congiura tanto atroce fu sventata da Cicerone. Dopo pochi anni cicerone divenne reo da parte di Clodio, tribuno della plebe, per il fatto che aveva ucciso dei cittadini romani; ma Cicerone, potendo difendere la propria salvezza con le armi, preferì allontanarsi dalla città e partì in esilio.
Poi tuttavia quello fu richiamato per il massimo desiderio di tutti in patria. Poi Cicerone, seguendo il partito di Pompeo, ricevette il perdono da Cesare vincitore. Ucciso quello, Ottaviano, erede di Cesare, favorì apertamente e ostacolò Antonio che, iniziata un'alleanza con Ottavio, confiscò Cicerone già da tempo suo nemico.
Gli fu sgozzato il capo; anche le mani vennero tagliate. Il capo fu portato ad Antonio, e per suo ordine fu posto tra le due mani nella tribuna.
(By Maria D. )
Versione tratta da Lhomond