Moderazione dell'imperatore Alessandro Severo - Verba Iuvant 2 pagina 240 numero 43
Usque ab adulescentia enim coepit inter suos milites vivere...
Fin dall'adolescenza infatti iniziò a vivere tra i suoi soldati, rifiutando tutti gli onori regali.
Dimenticando i doni per sé li pose sempre nei templi. Si ricorda soprattutto quanto segue in merito alla sua temperanza: un legato avendo offerto alla moglie di costui per questo stesso due perle di gran valore e d'insolita misura, quello ordinò di venderle ma, non trovandosi un compratore, l'imperatore le consacrò alle orecchie di Venere. Ebbe Ulpiano come tutore, in un primo momento non essendo d'accordo la madre, poi ringraziandolo, perché resse ottimamente l'impero soprattutto con i suoi consigli.
In assetto di guerra e nell'accampamento aperti i padiglioni soleva pranzare e cenare, assumendo il cibo militare al cospetto di tutti. Si lanciava per primo in guerra e contro i nemici, usciva per ultimo dalla battaglia. Durante la marcia, se qualcuno dei suoi soldati deviava dall'esercito in marcia per devastare i campi dei nemici, Alessandro ordinava che quello venisse percosso con le verghe, egli stesso dicendogli: "vuoi forse che nel tuo campo sia fatto ciò che tu fai in quello altrui?". E ogni volta che qualcuno veniva punito, l'imperatore ordinava che fosse annunciato attraverso l'araldo: "ciò che non desideri che ti sia fatto a te, non farlo agli altri". Ciò veniva udito da certe persone (alcuni) sia Giudei che Cristiani.
Alessandro severo tenne a tal punto in conto tale giudizio da ordinare che venisse prescritto anche in tutti i pubblici edifici dell'impero.
(By Maria D. )
Versione tratta da Historia Augusta, Elio Lampridio