Scrivimi più spesso - Versione latino Verba iuvant 2 pagina 319 numero 60
Marcus Quinto fratri Salutem dicit. Duas adhuc a te accepi epistulas...
Marco saluta il fratello Quinto. Ho ricevuto ancora due lettere da te: di cui una durante il nostro stesso allontanamento, l'altra datata da Rimini; non avevo ricevuto parecchie lettere, che scrivi di averle consegnate.
Io mi dilettavo abbastanza comodamente nel Cumano e nel Pompeiano, a parte il fatto che ero senza di te e avevo intenzione di stare in questi stessi luoghi fino alle calende di giugno.
Scrivevo quell'opera, che avevo detto, sullo stato: un'opera giustamente spessa e impegnativa. Ma, se in base al giudizio avrà successo, l'opera sarà stata posta bene.
in caso contrario, mi getterò in quello stesso mare, che mentre lo guardo, scrivo, e mi accosterò a cose diverse, dato che non posso stare tranquillo.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone
Commento del brano
Questa lettera di Cicerone a suo fratello Quinto è datata dal periodo in cui Cicerone si trovava nel suo esilio volontario nella città di Cuma, situata nell'attuale Italia meridionale, insieme alla vicina città di Pompeii.
Questo periodo storico corrisponde agli ultimi anni della Repubblica Romana, intorno al 58-57 a. C. Cicerone si trova in un periodo di turbolenza politica in cui i conflitti tra le diverse fazioni e leader romani stavano culminando nelle guerre civili. In questo contesto, Cicerone aveva scelto di allontanarsi dalla politica di Roma e dal caos delle lotte interne, cercando un rifugio tranquillo in luoghi come Cuma e Pompeii.
La lettera rivela l'atteggiamento di Cicerone durante questo periodo. Egli ammette che ha ricevuto lettere da suo fratello Quinto, alcune delle quali durante il loro allontanamento reciproco. Cicerone sembra apprezzare la sua vita relativamente tranquilla a Cuma e Pompeii, anche se è afflitto dalla mancanza del suo fratello. Sta lavorando su un'opera che descrive lo stato delle cose, e sembra che l'opera sia impegnativa e densa di contenuti. Cicerone esprime la speranza che il successo dell'opera possa giustificare il suo impegno, ma allo stesso tempo, lascia intendere che se l'opera non dovesse ottenere il successo desiderato, potrebbe essere disposto a intraprendere azioni drastiche, come metaforicamente gettarsi nel mare.
In breve, questa lettera di Cicerone riflette il suo stato d'animo e la sua situazione durante il periodo di esilio e l'instabilità politica che caratterizzava la fine della Repubblica Romana.
(By Starinthedark)