Tito Pomponio Attico - Versione Verba Iuvant 1 pagina 457 numero 97
T. Pomponius Atticus, ab antiqua stirpe Romana...Romanam amittere nolebat.
T. Pomponio Attico, discendente da un'antica stirpe romana, ottenne per tutta la vita la dignità equestre, che aveva ricevuto dagli antenati.
Gli fu utile un padre diligente, indulgente, ricco e soprattutto studioso di lettere; infatti, dato che amava molto le lettere, erudì il figlio a tutte le dottrine, a cui si poteva erudire l'età puerile. Vi era nel fanciullo tanta predisposizione d'ingegno e soavità della voce che non solo apprendeva velocemente le cose che gli venivano trasmesse, ma le pronunciava anche eccellentemente; per tale motivazione durante la fanciullezza era molto stimato dai coetanei, tra cui vi furono Lucio Torquato, Caio Mario il figlio Marco Cicerone: attico legò questi strettamente a sé a tal punto che nessun amico gli fu per sempre più caro. Il padre di costui morì a tempo debito.
Dopo che tutta la città fu sconvolta dalle guerre civili e gli animi si dissociarono tra Cinna e Silla, per non offendere una delle due parti, egli si rifugiò ad Atene. Ad Atene visse in modo tale da essere meritatamente molto caro a tutti quanti gli Ateniesi. Infatti spesso succedeva che con le sue sostanze risollevava la loro penuria pubblica; fu sempre liberale e si comportò in modo tale da essere simile agli infimi, pari ai più ragguardevoli.
Perciò accadde che gli Ateniesi gli attribuirono grandi onori e desiderarono offrirgli la cittadinanza ateniese; egli non volle utilizzare tale beneficio, perché non voleva perdere la cittadinanza romana.
Versione tratta da Cornelio Nepote