Preoccupazione per il liberto Zosimo
Simplicius tibi confitebor, qua indulgentia familiares meos tractem. Si essem natura...
Ti confesserò più semplicemente, con che indulgenza io dovrei trattare i miei familiari. Se fossi di indole più aspra e dura, tuttavia mi dovrebbe abbattere l'infermità del mio liberto Zosimo verso cui bisognerebbe mostrare un'umanità tanto maggiore, quanto più ora ne ha bisogno (ne è privo).
È un uomo onesto, incline al dovere, letterato e commediante, nella cui arte rende moltissimo. Utilizza anche abilmente la cetra; questo stesso legge tanto bene le orazioni le storie e i carmi, da sembrare di aver appreso solo questo. È infatti così predisposto per indole, che nulla incita e accende l'amore ugualmente quanto il timore di esserne privo.
Infatti prima di alcuni anni, per tutto il tempo che proferiva intentamente, gettava sangue (vomitava sangue) e per questo fu inviato in Egitto da me; è ritornato recentemente, rinvigorito dopo il lungo viaggio. Ma richiamato