Minosse o della legge, Platone 319

Ἔστιν οὖν τοῦτο Ὁμήρου ἐγκώμιον εἰς Μίνων διὰ βραχέων εἰρημένον, οἷον οὐδ᾽ εἰς ἕνα τῶν ἡρώων ἐποίησεν Ὅμηρος. Ὅτι μὲν γὰρ ὁ Ζεὺς σοφιστής ἐστιν καὶ ἡ τέχνη αὕτη παγκάλη ἐστί, πολλαχοῦ

Questo è dunque un elogio di Omero per Minosse proclamato (εἴρω) in poche parole (διὰ βραχέων), come Omero non ha fatto [mai] per nessuno degli eroi. Che infatti Zeus sia (lett è) un esperto e che la stessa arte sia (lett è) la più bella in assoluto è peraltro (ἀτάρ)

visibile in molti (sott "suoi") passi ed anche qui. (Omero) Dice infatti che Minosse si incontrava (συγγίγνομαι infinito presente) riguardo alle decisioni (ἐν λόγοις) con Zeus e che ogni nove anni (letteralmente: "nel nono anno") lo andava a trovare (φοιτάω, inf presente retto da Λέγει) παιδευθησόμενον, παιδεύω, partic futuro mp con valore finale) per essere istruito come da un esperto dato che Zeus lo era (gen ass). Che infatti Omero questo onore, di essere educato da Zeus, non lo ha attribuito ἀπένειμεν— ἀπονέμω aor 3a sing) a chiunque altro fra gli eroi tranne che a Minosse è un elogio staordinario.

E (Omero) aveva raffigurato (πεποίηκε— ποιέω piuccheperfetto) Minosse nella Nekyia (titolo dell'XI libro) dell'Odissea mentre giudicava con uno scettro d'oro (lett participio pres. "che aveva uno..."), [e] non Radamanto; non aveva rappresentato Radamanto mentre giudicava né in questa circostanza, né (lo aveva rappresentato) mentre era in rapporto con Zeus in nessun modo. Per questi motivi (per queste cose) io dico che Minosse è stato elogiato da Omero più di tutti.

Infatti (io dico che), essere figlio di Zeus ed essere stato educato solo da Zeus non ha superiorità di elogio. (Traduzione di Anna Maria Di Leo - skuolasprint. it)

Qui le difficoltà che si incontrano nel tradurre questo brano

Spiegazione del brano

Questo brano, tratto dal dialogo "Minosse" di Platone, si concentra sulla figura di Minosse, re di Creta, e sul suo rapporto speciale con Zeus, re degli dei. Il filosofo greco Platone utilizza le parole di Omero per celebrare Minosse come il più grande eroe da lui elogiato.


L'elogio si basa su tre elementi principali: Istruzione divina: Platone sottolinea che Minosse ha ricevuto un'educazione speciale da Zeus stesso, definendolo un "sofista" e una figura di grande saggezza. Questo privilegio, concesso solo a Minosse tra gli eroi omerici, rappresenta un onore immenso e un segno della sua eccezionalità. Giudizio nell'Oltretomba: Nell'Odissea, Omero descrive Minosse nell'Ade mentre brandisce uno scettro d'oro e siede in giudizio sulle anime dei defunti. Questo ruolo di giudice nell'Oltretomba, conferito solo a Minosse e non al fratello Radamanto, evidenzia la sua saggezza e imparzialità.

Unione con Zeus: Un verso dell'Inno a Zeus menziona Minosse come "compagno di Zeus nei banchetti", suggerendo un'unione quasi simbiotica tra il re e il dio. Platone interpreta questa espressione come metafora di un legame intellettuale profondo, in cui Minosse apprende direttamente dalla sapienza di Zeus.
Combinando questi elementi, Platone conclude che Minosse ricevette il più grande elogio da Omero. Essere figlio di Zeus e ricevere da lui un'educazione divina lo innalza al di sopra di qualsiasi altro eroe omerico. La sua istruzione divina, il suo ruolo di giudice nell'Oltretomba e la sua unione intellettuale con Zeus lo rendono un esempio di saggezza, giustizia e autorità incomparabili.
Minosse ricevette un'educazione speciale da Zeus, il che lo rese il più grande eroe omerico secondo Platone.


Nell'Oltretomba, Minosse assume il ruolo di giudice, segno della sua saggezza e imparzialità.
L'unione di Minosse con Zeus, descritta come "compagno di Zeus nei banchetti", simboleggia un legame intellettuale profondo e una grande sapienza.
Il brano sottolinea l'importanza della filosofia e dell'educazione per raggiungere la vera grandezza.
Platone utilizza le opere di Omero non solo come storie, ma anche come fonte di conoscenza filosofica e morale.
L'elogio di Minosse rappresenta un'ideale di sovrano giusto e saggio, capace di guidare il suo popolo con saggezza e discernimento.

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