Elogio di un sovrano
Ἐκεῖνός γε μὴν ὑμνῶν οὔποτ᾽ ἔληγεν ὡς τοὺς θεοὺς οἴοιτο οὐδὲν ἧττον ὁσίοις ἔργοις ἢ ἁγνοῖς ἱεροῖς ἥδεσθαι. Ἀλλὰ μὴν καὶ ὁπότε εὐτυχοίη, οὐκ ἀνθρώπων ὑπερεφρόνει, ἀλλὰ θεοῖς χάριν ᾔδει. Καὶ θαρρῶν πλείονα ἔθυεν ἢ ὀκνῶν ηύχετο. Εἴθιστο δὲ φοβούμενος μὲν ἱλαρὸς φαίνεσθαι, εὐτυχῶν... (Senofonte)
Egli non cessava mai di celebrare (ὑμνέω) gli dei, dal momento che pensava che essi si compiacevano (ἥδω) per le azioni pie non meno dei sacrifici puri. Ma anche qualora godeva di prosperità (εὐτυχέω) non disprezzava gli uomini, ma rendeva grazie agli dei. E confidando (θαρσέω), sacrificava più di quanto pregava (εὔχομαι) per timore. ... (CONTINUA)
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