Le correzioni devono adattarsi alle capacità degli scolari

Ne illud quidem quod admoneamus indignum est, ingenia puerorum nimia interim emendationis severitate deficere; nam et desperant et dolent...

Neppure quello che ammoniamo è indegno, gli ingegni eccessivi dei fanciulli frattanto vengono meno alla severità della correzione; infatti sia disperano sia si dolgono sia per ultimo odiano e, ciò che massimamente nuoce, mentre temono ogni cosa non tentano nulla.

È noto anche ai rozzi, che pensano che sulle tenere fronde non bisogna utilizzare la falce, perché sembrano temere il ferro e che non possono ancora sopportare una cicatrice. Dunque allora il precettore deve essere soprattutto piacevole, come i rimedi, che per altro sono aspri per natura, siano leniti per mezzo della mano morbida: elogiare alcune cose, sopportare altre, mutare anche le cose assegnate perché ciò sia fatto a ragione,

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