Le streghe e il fantoccio
Cum ergo illum mater misella plangeret et nos tum plures in tristimonio ...
Dunque la madre poverina piangendolo e dato che noi eravamo allora parecchi in tristezza, improvvisamente le streghe iniziarono a stridere; penseresti che un cane insegua una lepre.
Avevamo allora un uomo della Cappadocia, lungo, molto arditello e che era forte: poteva sollevare un bue adirato. Costui stretta la spada si lanciò fuori dalla porta, avvolta con cura la mano sinistra, trascinò la donna centrale per così dire in questa posizione – sia salvo ciò che tocco! -. Udiamo il gemito, e - non mentirà apertamente - non vediamo le stesse.
Il nostro semplicione invece si trascina verso l'interno sul letto, e aveva tutto il corpo livido come se fosse stato lacerato dai flagelli, perché era evidente che lo aveva toccato una mano stregata". "Noi, chiusa la porta,
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