Eschine, Contro Ctesifonte 174

Πρὸς δ' εὐγνωμοσύνην καὶ λόγου δύναμιν πῶς πέφυκε; δεινὸς λέγειν, κακὸς βιῶναι. Οὕτω γὰρ κέχρηται καὶ τῷ ἑαυτοῦ σώματι καὶ παιδοποιίᾳ ὥστ' ἐμὲ μὴ βούλεσθαι λέγειν ἃ τούτῳ πέπρακται· ἤδη γάρ ποτε εἶδον μισηθέντας τοὺς τὰ τῶν πλησίον αἰσχρὰ λίαν σαφῶς λέγοντας. Ἔπειτα τί συμβαίνει τῇ πόλει; οἱ μὲν λόγοι καλοί, τὰ δ' ἔργα φαῦλα.

Rispetto al buonsenso e all'eloquenza (lett. Alla forza del discorso) quanto egli ha prodotto?

Straordinario a parlare ma cattivo nel vivere. Infatti ha anche temprato il suo corpo e l'attitudine a generare figli così che io non voglio dire le cose che costui ha fatto. Infatti già so che sono odiati coloro che i vizi del compagno assai apertamente dicono e quindi che cosa risulta alla città? Belle parole e cattive opere. (Traduzione letterale by Anna Maria Di Leo)

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