I versi di Tirteo incitano a combattere per la patria
οιγαροῦν οὕτως ἦσαν ἄνδρες σπουδαῖοι καὶ κοινῇ καὶ ἰδίᾳ οἱ τότε τὴν πόλιν οἰκοῦντες, ὥστε τοῖς ἀνδρειοτάτοις Λακεδαιμονίοις ἐν τοῖς ἔμπροσθεν χρόνοις πολεμοῦσι πρὸς Μεσσηνίους ἀνεῖλεν ὁ θεός, παρ' ἡμῶν ἡγεμόνα λαβεῖν καὶ νικήσειν τοὺς ἐναντίους. Καίτοι εἰ τοῖν ἀφ᾽ Ἡρακλέους γεγενημένοιν ... (da Licurgo)
Dunque, in quel tempo, gli uomini che abitavano la città erano così virtuosi (onesti), sia in pubblico sia in privato, tanto che Dio indicò (ἀναιρέω)
ai coraggiosissimi Spartani, che combattevano (πολεμοῦσι part pres dativo πολεμέω) allora contro i Messeni di prendere da noi un condottiero e che avrebbero vinto i nemici.
Eppure, se il dio giudicava migliori i nostri comandanti (lett i comandanti presso di noi) [rispetto] ai due che erano discendenti (γεγενημένοιν part perf dualeγίγνομαι) da Eracle ... (CONTINUA)